Oggi voglio esordire con questa citazione che trovo perfetta per questo mio periodo lavorativo
“The expert in anything was once a beginner” di Helen Hayes, che si può tradurre in “L’esperto in qualcosa, una volta è stato un principiante”.
Una frase molto semplice, quasi ovvia, che spesso dimentichiamo quanto sia vera!
A me sta spronando ad andare avanti e a fare di tutto per passare gradualmente da “beginner”a “expert in anything”, a cercare quella strada che mi possa portare ai miei obiettivi lavorativi e di vita.
Ed è così che l’anno scorso ho preso una decisione: almeno una volta all’anno scelgo un corso, un’esperienza formativa, un’investimento che mi può arricchire lavorativamente e che mi dà la possibilità, non solo di conoscere nuove persone e un nuovo ambiente, ma di imparare cose nuove o perfezionare quelle che sono già nelle mie corde.
Soprattutto quando si lavora da soli si ha bisogno di staccare e vedere facce e confrontarsi e soprattutto si ha bisogno di nuovi stimoli che possano portare nuove energie al proprio business!
Nel 2017 sono stata a Berlino ad un seminario sul Lettering fighissimo – se sei curiosa di sapere i dettagli ho raccontato la mia esperienza qui – quest’anno invece, a inizio Giugno ho partecipato per la prima volta ad un corso all’interno della Kerning Conference di Faenza: un evento internazionale sulla tipografia per gli addetti ai lavori e gli amanti del settore.
Ho seguito il workshop “Straight and Rounds” – Un approccio professionale alla progettazione di un carattere tipografico con Bruno Maag e Richard Bailey della Dalton Maag: una font foundry indipendente con base a Londra, famosa per aver creato il font delle Olimpiadi di Rio 2016, aver lavorato con clienti come Nokia, Google, Lush… per citarne alcuni.
Il workshop è durato 2 giornate intere, e dire che è stato interessante è poco!
Ho seguito il workshop “Straight and Rounds” – Un approccio professionale alla progettazione di un carattere tipografico con Bruno Maag e Richard Bailey della Dalton Maag: una font foundry indipendente con base a Londra, famosa per aver creato il font delle Olimpiadi di Rio 2016, aver lavorato con clienti come Nokia, Google, Lush… per citarne alcuni.
Il workshop è durato 2 giornate intere, e dire che è stato interessante è poco!

Nella prima mattinata ci hanno spiegato cosa fa il type designer nello specifico, poi quali sono le correzioni ottiche che si applicano alle lettere ed infine allla classificazione dei font elencati per periodo storico.
A fine mattinata siamo poi siamo passati a fare un po’ di pratica disegnando alcune lettere con la parallel Pen, per studiare come i segni tipografici influiscano sui caratteri creati al giorno d’oggi e per capire come si comportano quando li disegnato con vari strumenti.
Nel pomeriggio abbiamo cominciato a pensare a creare un nostro font!
L’idea di base di ogni font è quella che parte dalla sua usabilità: come verrà utilizzato? di quante famiglie (variazioni come Italic, Bold, Narrow, ecc…) sarà composto? sarà un font pensato per la carta stampata? oppure verrà utilizzato su varie piattaforme digitali? chi è l’usufruitore finale? il lettore ne farà un uso prolungato come in un libro oppure breve come per un titolo di un manifesto?

Una volta risposto questi quesiti si inizia a progettare il font a matita: come nel Lettering prima in modo rapido e non molto dettagliato e provando tutte le varianti che possono venire in mente.
Le prime lettere su cui si comincia a lavorare sono la n e la o rigorosamente in minuscolo perché è quello che determina la personalità dell’intera famiglia di font.
Le prime lettere su cui si comincia a lavorare sono la n e la o rigorosamente in minuscolo perché è quello che determina la personalità dell’intera famiglia di font.
Vengono chiamate control characters perché sono le due lettere che determinano la proporzione della larghezza in tutte le restanti lettere dell’alfabeto.
Le lettere successive su cui lavorare sono a e h i p t v
Con queste lettere si può costruire tutto l’alfabeto, perché i tratti che le compongono si ripetono nelle restanti lettere.
Una volta scelta la direzione da prendere con la creazione del nostro font, siamo passati a computer per disegnare in vettoriale e in modo più rifinito le nostre lettere.
Successivamente ci hanno mostrato consigli e tecniche per comporre un disegno vettoriale più leggero in termini di file, per creare lettere armoniose e tecnicamente corrette.
Una volta disegnate le lettere principali siamo passati alla maiuscola A e ai numeri 2 e 1.
La seconda giornata si è svolta più o meno come la prima: progettazione delle lettere a computer e confronto continuo con i maestri per avere un feedback immediato sul proprio lavoro.
Il tutto intervallato da interessanti spiegazioni su varie tematiche legate la lavoro del type designer quali: come funziona il cervello umano quando legge, la dislessia fra mito e verità, com’è cambiato oggi il modo di leggere con l’avvento di tablet e cellulari, case study di importanti clienti affrontate alla Dalton Maag, quali sono i problemi che un type designer deve risolvere e come si comportano gli alfabeti non latini (il bengali, il giapponese, il cirillico…) e quali criticità sollevano nel mondo occidentale…

Abbiamo terminato queste due giornate intense di lavoro con una presentazione individuale del nostro font e avere un riscontro sia degli aspetti positivi che negativi e cosa può essere migliorato.
Ci siamo anche divertiti molto fra battute e pranzo all’aperto tutti insieme.
L’ambiente è fresco e giovane, i maestri Bruno Maage Richard Baileysono stati molto disponibili, propensi allo scambio di idee ed opinioni ed è stato piacevole passare queste due giornate insieme!
Parteciperò sicuramente anche i prossimi anni a questa manifestazione: è organizzata molto bene, si respira aria internazionale, ci sono workshop interessanti e una conferenza con speaker d’eccezione.
Ce ne fossero di più in Italia di eventi così!!!
E tornando alla frase iniziale… non dimenticare mai che studiare, aggiornarsi, essere curiosi e investire su sé stessi ci fa cresce come persone, e quindi fa crescere anche il nostro business e le nostre idee, permettendoci di diventare “expert in anything”. 🙂
Se vuoi vedere il racconto della mia esperienza a Faenza ecco un brevissimo video con le immagini più salienti! E se ti va segui il mio canale YouTube o metti un like al video. Grazie!
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Essere freelance: le cose che ho fatto prima e dopo | Loving Lettering Design
[…] Design alla Kerning Conference di Faenza con Bruno Maag > non bisogna mai smettere di imparare, e qui ti racconto […]